Mi presento raccontandovi 3 storie.
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Sono nata a Crotone, una non sempre ridente città della Calabria, dove ho vissuto una infanzia felice fatta di famiglia, amici, mare, sole e pane al pomodoro. Ma anche di studio e sport.
La corsa ed, in particolare, la pallavolo è stata la mia più grande passione. Ho giocato per molti anni nella locale squadra Pizzuti fino in serie C ma ho smesso di giocare quando mi sono trasferita a Modena per studiare.
Dalla scelta della facoltà (Economia Politica presa d'impulso dopo aver letto Marx), alla scelta della città in cui trasferirmi (Modena, la prima nella lista della guida allo studente) passando per il mio dottorato in Storia del pensiero Economico e il mio Executive MBA, ho sempre seguito l'istinto andando spesso contro corrente, contro il desiderio dei miei genitori e talvolta contro la logica comune.
Ma ho sempre avuto la presunzione che in un modo o nell'altro tutto sarebbe andato bene se avessi seguito il mio istinto.
Essere un dottore di ricerca è spesso, in questo paese, più un ostacolo che un vantaggio. Nonostante ciò rifarei lo stesso percorso perché la conoscenza è un piacere per la mente e l'anima. Viaggiare per motivi di studio tra Italia, Francia e Stati Uniti mi ha permesso di allargare i miei orizzonti culturali, di conoscere posti meravigliosi e incontrare tantissime persone.
Il viaggio, il movimento, il cambiamento sono costanti della mia vita: viaggio per lavoro, per affetto, per piacere. Non riesco a stare ferma insomma!
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Quando a mia madre chiedono che lavoro fa tua figlia, lei risponde: lavora al pc, risponde al telefono.
Per mia madre e per le mia amiche sono una moderna centralinista che lavora a tempo indeterminato: vedo gente, rispondo alle chiamate, invio mail tutti i giorni a tutte le ore.
In una società liquida in cui anche il concetto di lavoro ha perso i suoi contorni un tempo ben definiti, è più difficile essere inquadrati all'interno di una unica etichetta (il medico, l'avvocato, la segretaria).
Ho fatto la ricercatrice, ho insegnato al Dipartimento di Economia, faccio formazione, organizzo corsi di formazione, eventi culturali e convegni. Amo scrivere, ho scritto anche un testo teatrale.
Sono stata vicepresidente di una startup e ora sono Fondatrice di Play Res, una realtà che si occupa di ricerca e promozione del gioco in tutte le sue forme (da tavolo, videogioco, di simulazione, di ruolo) e Presidente della Scuola di Fallimento.
Quindi continuo a dare materiale a mia madre per essere confusa: mia figlia non lavora, gioca!
La malattia di mio padre, l'alzheimer, mi ha aiutato a capire che la nostra identità è fatta di tanti piccoli puzzle in continuo divenire, in cui l'etichetta non conta, conta in ogni istante fare ciò che si ama, condividere il proprio tempo, apprezzarne le sfumature e conservarne gelosamente il ricordo perchè il ricordo è parte integrante della nostra identità. E quando smetti di ricordare comprendi il suo immenso valore.
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Ho sempre cercato, fallendo, di aspirare alla perfezione. Un esercizio complicato perché ti porta a rivedere costantemente quello che fai tu e che fanno gli altri.
Ad un certo punto della vita comprendi però che la perfezione non solo non esiste, che tutto è perfettibile, ma che in fondo la perfezione è noisa e che l'unica cosa che conta è agire e aspirare a fare oggi meglio di ieri.
Il fare ti espone però a due rischi: l'errore e la critica altrui. L'importante è vivere entrambi come un' opportunità di crescita e di apprendimento.
Ho commesso errori che mi hanno portato a fallire, a rompere, anche dolorosamente, delle relazioni, a rivedere delle collaborazioni.
Se è difficile unire i punti della propria vita mentre la si sta percorrendo, spero un giorno di riuscire a guardare indietro e comprendere che tutto ciò che ho fatto e subìto aveva un suo senso.
La vita è in fondo un lungo unico percorso ad ostacoli.
L'importante è percorrere il percorso nella certezza che nonostante le perdite e le sconfitte, c'è sempre ad aspettarci una nuova conquista, una nuova opportunità, un nuovo inizio.
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